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L’Immacolata a Valle Agricola, dal sapore antico quanto il mondo

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È un’Immacolata diversa quella che si celebra a Valle Agricola.
Parliamo della novena, di quei nove giorni che precedono la solennità dell’8 dicembre, a partire dal 29 novembre.
Tutto, come nella tradizione antica del piccolo borgo di montagna sul Matese, ha inizio prima dell’alba, alle 5.30 quando la comunità – guidata dal parroco don Salvatore Di Chello – si trova ai piedi dell’altare dedicato alla Vergine Immacolata.
Nella penombra parte la recita della Coronella, una preghiera di 12 strofe che alterna parti corali e singole preghiere in cui la lingua italiana si fonde e si confonde nel latinorum di antica tradizione. Al termine si canta una Salve Regina, non la tradizionale preghiera recitata dalla Chiesa, ma una cantata di brevi versi, facili da ricordare per chi un tempo senza scuola, senza saper leggere e scrivere, affidava alla sola memoria (e al cuore), le suppliche alla Madonna.
Solo al termine di queste antiche preci, alle prime luci del giorno, è il canto della Novena, e poi la celebrazione della messa.
E in ultimo, ha inizio la giornata dei valligiani alle prese con la quotidianità di sempre: il lavoro nei campi, o quello ben distante da casa, con parecchi chilometri sulle spalle, ma nel cuore la consolazione delle preghiera alla Vergine Maria.

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