Home Chiesa e Diocesi Piedimonte Matese. DonTonino Palmese chiude il “Cineforum salesiano”

Piedimonte Matese. DonTonino Palmese chiude il “Cineforum salesiano”

Con una interessante prolusione su Giancarlo Siani e sul dovere della “memoria civica” si è concluso il ciclo di appuntamenti a metà tra l’approfondimento culturale e la sensibilizzazione sociale, promosso dai giovani dell’Oratorio D.Bosco

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Si è concluso ieri sera il Cineforum, organizzato a Piedimonte Matese dai ragazzi del locale Oratorio salesiano: un ciclo di incontri periodici e di approfondimento sociale, andati avanti tra il mese di ottobre ed il mese di maggio, culminando ieri sera con la visione di Fortapasc, pellicola del 2009 per la regia di Marco Risi, realizzata come racconto della vicenda umana e professionale di Giancarlo Siani.

Il monito di Don Tonino. Il prologo di eccezione, in quest’ultimo appuntamento del Cineforum, è spettato a Don Tonino Palmese, sacerdote salesiano e Vicario dell’Arcidiocesi di Napoli, ma soprattutto prete di frontiera, visto il suo impegno in prima linea contro la criminalità organizzata, che lo costringe a particolari misure di sicurezza. Nel corso del suo intervento piedimontese (l’ultimo di una lunga serie), Don Tonino ha introdotto la pellicola facendo entrare i presenti nella realtà di Torre Annunziata, luogo in cui Giancarlo crebbe ed in cui Don Palmese ha operato “C’era una realtà abissale tra la mia città che è Portici (e Torre Annunziata), appena 12 km. Ed ad un’ora di macchina la Costiera amalfitana, una delle più belle al mondo. Mi sembrava davvero di vivere una sproporzione, come tra una grande Capitale apitale d’Europa come Parigi ed un sobborgo del Sudafrica”. Il sacerdote poi ha incalzato “C’è stato un elemento di degrado della città che c’è ancora: Torre oggi è la città con la maggior parte di arresti domiciliari d’Italia, una città in galera! E siamo nel 2017” mentre, a proposito dell’attualità degli articoli di Siani, Don Tonino ha aggiunto “Pensate al fenomeno dei muschilli. Ne ha scritto Siani negli anni ’80, ma nel 2017 è ancora attuale. E fenomeno di costume, si, ma è ancora attuale! Giancarlo fece tre operazioni dal punto di vista giornalistico: primo, porsi sempre il problema della causa. Secondo, indagare sulle storie delle persone. Tre, seguire la pista del danaro. Non è un caso che Giancarlo fu ucciso: egli mise in discussione il cuore della criminalità organizzata. Venne ucciso perchè le varie famiglie malavitose capirono che questi articoli stavano raggiungendo la verità. Una verità a tre livelli”. Ed a proposito della pellicola, a cui egli stesso ha collaborato, il sacerdote ha puntualizzato “Il film è condito di leggerezza: Marco Risi è riuscito a fare delle incursioni di leggerezza, perché Giancarlo è giovane. Non è un giornalista ossessionato dalla camorra 24 ore al giorno. E’ un giovane che riesce, in certi momenti, a tenere fuori i drammi visti, con l’innamoramento, con la discoteca, oppure col voler andare a tutti i costi a vedere l’ultimo concerto di Vasco Rossi”. Infine, circa l’importanza della memoria, portando come esempio la tragedia dei migranti e quanto una parte dell’opinione pubblica tenda a liquidare il problema, scaricandovi addosso ogni genere di recriminazione, Don Tonino ha concluso “Vedete, dobbiamo recuperare la memoria e l’intelligenza civile, perché questo è un tempo non facile, dove è vietato semplificiare”.

Con gli occhi degli organizzatori. Dunque non poteva esserci conclusione migliore per questo appuntamento culturale, come afferma Marianna Macera, parte integrante dello staff organizzatore del Cineforum “Nel corso di questi sette incontri abbiamo toccato varie tematiche, dal male del secolo ai diritti umani, dalla dipendenza da internet alla Fede vista in chiave moderna. Come ospiti ci hanno raggiunto Don Fabio Bellini (Delegato per la Pastorale giovanile salesiana nel Sud Italia), ma anche il Prof. Costantino Leuci, oppure le  Dott.sse Annamaria De Ruvo e Franca di Marco, Psicologhe. Come partecipazione abbiamo avuto per circa due volte un picco di circa 50 presenze, mentre per gli altri argomenti abbiamo oscillato sui trenta partecipanti. Ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato in maniera costante, sono stati tanti! Si è trattato di un appuntamento semplice, perché l’Oratorio è questo, è qualcosa di molto pratico”.

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