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“La Chiesa che sogniamo non è un sogno ma un segno autentico e bello”, Aldina Maciariello delegata regionale di Azione Cattolica

Dopo l'incontro di Castel Gandolfo che ha riunito circa 700 delegati di Azione Cattolica da tutta Italia e alla vigilia dei rinnovi delle cariche in tutta l'Associazione, un bilancio a firma di Aldina Maciariello, delegata regionale di AC

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Aldina Maciariello vive a Riardo; di professione insegnante. La sua storia personale fin da giovanissima è una storia di Azione Cattolica; servizio, impegno, responsabilità nella Chiesa sono dapprima nella Diocesi di Teano-Calvi, poi una chiamata e la coraggiosa risposta a rappresentare l’Azione Cattolica della Campania per due mandati consecutivi. Il rientro da Castel Gandolfo si trasforma in un diario, un racconto personale fuori da ogni formalismo: il suo è il racconto di chi vive un’esperienza di Chiesa e si immerge in essa con la consapevolezza di esserne figlia che ha tutto da imparare, ma anche generatrice di processi ri-creativi che la stessa Chiesa Italiana ha chiesto all’AC in questi giorni di sinodalità vissuta fra 700 delegati provenienti da tutto il Paese; e di fatto la presenza del Card. Matteo Zuppi, presidente dei Vescovi Italiani ha nuovamente segnato ciò che ci si attende dall’Associazione: “Qualche volta l’Ac può sembrare un donatore che continua a dare al corpo della Chiesa il proprio sforzo, l’impegno, come delle trasfusioni. L’associazione sta svolgendo un ruolo importantissimo per il percorso sinodale”.

Aldina Maciariello* – “La Chiesa che sogniamo” è la Chiesa di cui abbiamo fatto esperienza nelle quattro giornate vissute dal 24 al 27 agosto a Castel Gandolfo. Incontro delle Presidenze diocesane preannunciato da tempo e finalmente realizzato con più di 700 persone provenienti da tante diocesi di tutta Italia. Quattro giorni vissuti intensamente, all’insegna di mani protese a salutare, di abbracci carichi di affetto e di sguardi pieni di amicizia.

Mi perdonerete il tono molto personale ma preferirei, per una volta, non entrare in profondità nei tanti contenuti offerti dalle numerose “voci” di questi tre giorni e, invece, provare a dire cosa hanno significato ancora una volta queste giornate nella mia vita, il dono immenso ricevuto.

Sono arrivata a Castelgandolfo molto stanca, di quella stanchezza fisica ma anche mentale che qualche volta ci prende tutti per motivi vari e rischiando di non riuscire a vivere in  modo pieno questa esperienza. Entrata nella grande struttura che ci ospitava mi ha subito raggiunta il tipico vociare della folla non anonima, quella gioiosa, fatta di amici che si ritrovano e di nuove conoscenze che prendono l’avvio avendo, già dalle prime parole, un mondo in comune, una quantità di esperienze simili ma diverse su cui confrontarsi, la certezza di appartenere ad una grande famiglia.

Ad ogni passo persone da salutare, vite da raccontare. Avevo nel mio bagaglio “mentale” un piccolo grande compito da portare avanti: coordinare uno dei tavoli sinodali. Le mie incertezze sempre pronte a farsi strada, il pensiero di dimenticare qualcosa, il desiderio di riuscire bene nell’impegno preso. E arriva il momento del gruppo da coordinare. Persone davvero di tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, professioni diversi e età diverse. C’era un sacerdote e in seconda giornata anche un Vescovo della Toscana. Ebbene come sempre accade nelle esperienze dell’Azione cattolica nazionale, la magia di un confronto profondo, la gioia di una condivisione piena, di un mettersi seriamente in relazione gli uni con gli altri.

Mi sono portata a casa tanti suggerimenti, qualche aneddoto anche molto simpatico ma soprattutto il monito di stare sempre più attenta alle relazioni perché siano sempre autentiche e non funzionali, che siano vere e profonde sempre e non legate al servizio che in quel momento si svolge, perché ci si possa sentire sempre e tutti, ripeto tutti, seriamente e sinceramente voluti ed accolti.

La domenica pomeriggio è arrivata in un batter d’occhio. Sono tornata a casa non meno stanca perché, detto tra noi, i momenti associativi sono un eccezionalmente bello tour de force, ma felice e grata. Felice dell’amicizia e simpatia di tutti, felice dell’affetto evidente della nostra regione che ancora per un po’ rappresento, felice della grande presenza di straordinari giovani, felice di ogni singola parola espressa dai relatori e grata dei gesti “gratuiti” più volte sperimentati.

Questa Chiesa che abbiamo sognato e che è nel cuore di ciascuno di noi, non è in realtà un sogno, è la Chiesa vera, autentica e tangibile fatta di tanti chiaroscuri, di tanti fallimenti e delusioni, ma anche dei volti che in questi giorni hanno riempito una sala enorme e che, certi della presenza di Dio nella storia, sono tornati a casa con il desiderio di continuare a rimboccarsi le maniche per un servizio che dica Cristo a tutti, che racconti una Chiesa bellissima, che faccia appassionare.

*Delegata Azione Cattolica Campania 

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